La ricostruzione dell’omicidio e le prime indagini.

Dal giorno dell'omicidio di Renato, il 27 agosto, all'arresto dei due assassini, un report fedele alla verità dei fatti accaduti. L'aggressione armata di coltelli, la morte di renato, le prime indagini.

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La solidarietà da Tor Vergata.

Da i compagni e le compagne del collettivo "Lavori in corso" di Tor Vergata. 

la foto

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La lettera di Laura a Renato

Roma, agosto/settembre 2006

Renato, il tuo sorriso ci abbraccia, entra nelle viscere, nei nostri sogni di una vita sana, pura, dove la violenza non ci appartiene, dove tutto ciò che è gioia, amore, diversità ci arricchisce interiormente facendoci vibrare !
Non a caso avevi scelto il suono, vibrazione dell’anima da cui nasciamo: TUM TUM,
Il primo battito quando veniamo al mondo…
Quel suono ci accompagna all’interno del tuo ventre, MADRE !
TUM TUM, all’ esterno quel suono ci nutre di amore, esperienze, sogni, aspettative, ideali che formano e strutturano la nostra personalità.
TUM TUM, perdevo questo suono, sovrastata dalla violenza, dalla rabbia, dalla paura delle mie lacrime, oppressione, buio, confusione….
TUM TUM , eccolo di nuovo, non posso abbandonare quel suono che tu curavi con tanto amore e gioia, rendendo pure e pulite al massimo quelle vibrazioni che scorrono in noi, facendoci diventare elettricità allo stato puro!
In questo giorno tanto “indefinibile” non a caso mi trovo qui, contenta di essere cresciuta in questo ambiente, sinonimo di pace e rispetto, dove una mano non è alzata per aggredire, ma tesa in segno di accoglienza e calore; dove un coltello aiuta solo in cucina o a tavola e non è la pericolosa estensione di un braccio di chi ha bisogno di armarsi per dimostrare tutto il suo vuoto morale.
La frequentazione di questi luoghi e delle persone che li abitano e li animano ha sicuramente contribuito alla mia formazione, come donna e cittadina che ripudia la violenza in ogni sua forma, che cerca di capire il prossimo senza fermarsi alle apparenze, che tenta di costruire un proprio pensiero critico e libero, libero dalle mille sovrastrutture che ci circondano ma soprattutto da questo mondo piatto e omologato, dove spesso la violenza nei pensieri e nei comportamenti sembra essere l’unico veicolo per poter affermare il semplice fatto di esistere.
La solidarietà dimostrata nei miei confronti in questi momenti dolorosi, anche da persone sconosciute, ma sicuramente a me legate da identici valori, oltre ad aiutarmi ad affrontare il presente e soprattutto il futuro, mi ha convinto ancor di più di appartenere a quella parte di società che, pur non esente da difetti ed umane debolezze, rimane la più sana e più pulita. Di questo ne vado orgogliosa.
    Ringrazio tutti per il calore che mi avete trasmesso in questi giorni, aiutandomi molto, Matra e fratello-padre Dario, voi per primi…Siete il suo sangue, vi sento dentro di me, mi appartenete come una nuova famiglia; grazie per avermi coccolata ed accolta tra le vostre braccia ed avermi regalato questo gioiello così raro e prezioso,
è stata una favola meravigliosa dove ho volato libera con un angelo!, nella gioia dei sorrisi e come una sirena ( “sirenetta”, così mi chiamava ) ho nuotato nelle profondità dei suoi occhi, della sua fantasia, della sua passione.
    Questa violenza cruda, brutale e gratuita mi ha strappato il cuore ma il vostro sostegno e calore TUM TUM vibra dentro di me. Vi amo tutti. Laura

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Lettera aperta di donne e madri antifasciste+ report incontro.

il comunicato dopo l’incontro

Roma, luglio 2007 

Al Sindaco di Roma
                      On. Walter Veltroni
                      p.c. Walter Verini


Gentile Sindaco,

solo qualche mese fa le compagne e i compagni di Renato Biagetti scrivevano, nella presentazione di un loro dossier, che “Roma, pur avendo un tessuto democratico consolidato, è aggredita da proposte politiche che costruiscono valori e morali basati sulla supremazia. La destra sociale e politica ha avuto per molto tempo troppo spazio per potersi insinuare e attestarsi sul territorio romano, sostenuta nella sua avanzata da un’idea di normalizzazione e di equidistanza che passa anche attraverso la riscrittura di una Storia che vede i torturatori assomigliare sempre più ai torturati.”

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Riflessioni di fine processo.

15 anni di carcere. Omicidio volontario.
Finisce così il primo grado di giudizio su Vittorio Emiliani, uno dei due assassini che il 27 agosto scorso ha ucciso Renato sul lungomare di Focene.

Nessuna gioia, nessuna “soddisfazione”, nessuna consolazione. Siamo andati via da quel tribunale con la tristezza negli occhi, col sangue al cervello, con tanta rabbia. I compagni, gli amici, la mamma, il fratello di Renato.  Come abbiamo sempre ribadito, non è nelle aule di un tribunale che cerchiamo o ci aspettiamo la verità. Nessuna sentenza ci ridarà il sorriso, la gioia, l’intelligenza, la vivida creatività, l’amore e la passione per la vita che tutt@ noi trovavamo ogni giorno negli occhi profondi di Renato.
 
La verità la conoscevamo già, forse anche prima di quella terribile notte. Conoscevamo la violenza cieca e stupida delle aggressioni razziste per strada, conoscevamo le lame fasciste e il sangue dei compagni, dei ragazzi, degli omosessuali, dei migranti vittime dei raid, nei centri sociali, nelle strade, nelle periferie di questa città. Conoscevamo i mandanti, lo sfondo e le motivazioni politiche delle imboscate, la viltà e l’infamità dell’intolleranza che genera mostri, conoscevamo la stupidità e l’arroganza degli autori materiali di raid e aggressioni, conoscevamo i disegni della destra, i doppiopetto in primo piano e le squadracce sullo sfondo nella notte.
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messaggero del 17/07/07

Dopo l’aggressione di Villa Ada e gli scontri di Casal Bertone, ci pensano
le mamme a tentare di gettare acqua sul fuoco del clima di tensione che
si è creato in città.

di  Fa.Ro.

In particolare venti madri, nonne e familiari di
ragazzi dei centri sociali, che hanno inviato una lettera aperta al
sindaco Walter Veltroni «per esprimere grandissima preoccupazione per
la situazione che stiamo vivendo e il senso di isolamento che ci pare
circondi quanti si ostinano a non ripudiare la Resistenza e accettare
un revisionismo storico indirizzato alla cancellazione delle sue
memorie che, evidentemente, risultano ormai ingombranti».La lettera
fa riferimento ai fatti di Villa Ada e Casal Bertone, ma anche al
delitto dello scorso anno a Focene, dove venne accoltellato a morte
Renato Biagetti, al termine di una serata in spiaggia. Proprio la madre
di Biagetti, Stefania Zuccai, è la prima firmataria del documento:
«Gentile Sindaco – continua la lettera – solo qualche mese fa le
compagne e i compagni di Renato Biagetti scrivevano, nella
presentazione di un loro dossier, che Roma, pur avendo un tessuto
democratico consolidato, è aggredita da proposte politiche che
costruiscono valori e morali basati sulla supremazia. La destra sociale
e politica ha avuto per molto tempo troppo spazio per potersi insinuare
e attestarsi sul territorio romano, sostenuta nella sua avanzata da
un’idea di normalizzazione e di equidistanza che passa anche attraverso
la riscrittura di una storia che vede i torturatori assomigliare sempre
più ai torturati».Letture, scrivono le donne firmatarie della
lettera, «che qualcuno potrebbe non condividere, anche se il fiorire in
ogni parte della città di croci celtiche, svastiche e fasci littori
come firma di frasi spesso minacciose dovrebbe far insorgere dei dubbi.
Se poi, in un drammatico crescendo, dall’esibizione nell’ultima
campagna elettorale di sfilate su camionette di camicie nere si è
passati alle aggressioni, alle intimidazioni, alle imprese
squadristiche, fino all’ultimo episodio di Casal Bertone non si può che
condividere la denuncia di un clima che si vive nella nostra città – si
legge ancora – Come cittadine, prima ancora che madri e nonne di
ragazze e ragazzi che solo per comodità vengono etichettati come
estremisti, negando alle loro scelte e ai loro progetti lo spessore che
hanno, esprimiamo la nostra grandissima preoccupazione per la
situazione che stiamo vivendo e il senso di isolamento che ci pare
circondi quanti si ostinano a non ripudiare la Resistenza e accettare
un revisionismo storico indirizzato alla cancellazione delle sue
memorie che, evidentemente, risultano ormai ingombranti».«C’è una
consapevolezza in noi: non vogliamo più piangere altri ragazzi e non
vogliamo rimanere inerti – aggiungono le donne – Vogliamo sapere chi
alimenta la cultura dell’odio e dell’intolleranza, chi va in giro con
il coltello sotto la giacca. Non possiamo accettare teoremi di risse
tra opposti estremisti. Vogliamo che sia ben chiaro da che parte sta la
violenza. Noi crediamo che il sindaco di Roma possa svolgere un ruolo
attivo e decisivo perché Roma torni ad essere città aperta e libera da
tensioni così cupe, dove la convivenza democratica si coniughi con i
valori dell’antifascismo; accanto a lui avrà chi come noi e i nostri
ragazzi per questo si battono. Desideriamo chiederle un incontro su
questi temi e auspichiamo che possa realizzarsi in tempi brevi».

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NOI MADRI

NOI MADRI
C'è stato un tempo in cui stavamo in casa
brave mogli brave madri capaci
le figlie e i figli in piazza a lottare
noi a tessere la vita quotidiana
portare sollievo a chi stava in carcere
nascondere qualcuno ricercato
era amore di madre non politica

figli e figlie a migliaia scomparivano
in un baratro atroce di silenzio
ognuna sola cercava bussava
a porte chiuse nessuna risposta
ammettere la morte di ciascuno
riconoscere i corpi e sotterrarli
li avrebbe uccisi due volte i nostri figli

guardarsi assieme con le mani vuote
in comune soltanto l'esser madri
ognuna madre dei figli delle altre
forza di madre potere di madre
noi nulla sapevamo di politica
ma il coraggio cresceva e domandava
parole nuove lotte da inventare

noi per sempre incinte dei nostri figli
la piazza per urlare il nostro dolore
per rompere il silenzio con un urlo
noi siamo partorite dai nostri figli
ci siamo chieste chi erano i nostri figli
è capovolto il potere del padre
perché una donna è una è tre è cinque

noi per sempre incinte dei nostri figli
la vita vale vita non denaro
in cambio di omaggi vuoti a chi è morto
noi rifiutiamo una realtà bugia
mai morirà una rivoluzione
noi non permetteremo mai a nessuno
di dare un prezzo alla vita dei morti

noi per sempre incinte dei nostri figli
ancora oggi la gente scompare
non è finito il terrore di stato
ma noi sentiamo che stiamo partorendo
vogliamo mettere il corpo nella lotta
le madri e le donne del mondo vicine
il nostro corpo è al servizio dei figli

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La stampa sulla sentenza del processo

Di seguito, gli articoli pubblicati da alcuni quotidiani sulla sentenza di primo grado nel processo per l'omicidio di Renato.

Liberazione: Sentenza sull'omicidio di Renato.
l'Unità: Omicidio di Renato Biagetti, condanna a 15 anni.
Corriere della Sera: “Uccise Biagetti”, 15 anni di galera.
il Manifesto: Dura condanna per l’omicidio Biagetti.
il Messaggero: Omicidio Biagetti: Emiliani condannato a quindici anni.

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liberazione del 14/07/07

Rigettata la richiesta dell'Anpi di costituirsi parte civile. Oggi giornata di mobilitazione antifascista a San Paolo. Sentenza sull'omicidio di Renato 15 anni e tre mesi per Emiliani

Di Valeria Morando

Il 12 luglio scorso è stata emessa la sentenza di primo grado per Vittorio Emiliani accusato dell'omicidio di Renato Biagetti. La pena è di 15 anni e tre mesi di reclusione per omicidio volontario. Il giudice in mattinata aveva rigettato la richiesta dell'ANPI di costituirsi parte civile dal momento che «nè Renato nè Paolo erano effettivamente coinvolti con l'associazione,né che questo tipo di reato fosse collegato a una matrice politica».

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l’unità del 13/07/07

Omicidio di Renato Biagetti, condanna a 15 anni.

Il pm aveva chiesto 24 anni ma il rito abbreviato e le attenuanti sono fattori che hanno concorso alla riduzione della pena.

Di Mariagrazia Gerina

È stato condannato a 15 anni per omicidio volontario e lesioni Vittorio Emiliani, il giovane che un anno fa, il 27 agosto 2006, a focene, uccise a coltellate Renato Biagetti, 26 anni, appena venuto via quella notte da una festa reggae.

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