messaggero del 17/07/07

Dopo l’aggressione di Villa Ada e gli scontri di Casal Bertone, ci pensano
le mamme a tentare di gettare acqua sul fuoco del clima di tensione che
si è creato in città.

di  Fa.Ro.

In particolare venti madri, nonne e familiari di
ragazzi dei centri sociali, che hanno inviato una lettera aperta al
sindaco Walter Veltroni «per esprimere grandissima preoccupazione per
la situazione che stiamo vivendo e il senso di isolamento che ci pare
circondi quanti si ostinano a non ripudiare la Resistenza e accettare
un revisionismo storico indirizzato alla cancellazione delle sue
memorie che, evidentemente, risultano ormai ingombranti».La lettera
fa riferimento ai fatti di Villa Ada e Casal Bertone, ma anche al
delitto dello scorso anno a Focene, dove venne accoltellato a morte
Renato Biagetti, al termine di una serata in spiaggia. Proprio la madre
di Biagetti, Stefania Zuccai, è la prima firmataria del documento:
«Gentile Sindaco – continua la lettera – solo qualche mese fa le
compagne e i compagni di Renato Biagetti scrivevano, nella
presentazione di un loro dossier, che Roma, pur avendo un tessuto
democratico consolidato, è aggredita da proposte politiche che
costruiscono valori e morali basati sulla supremazia. La destra sociale
e politica ha avuto per molto tempo troppo spazio per potersi insinuare
e attestarsi sul territorio romano, sostenuta nella sua avanzata da
un’idea di normalizzazione e di equidistanza che passa anche attraverso
la riscrittura di una storia che vede i torturatori assomigliare sempre
più ai torturati».Letture, scrivono le donne firmatarie della
lettera, «che qualcuno potrebbe non condividere, anche se il fiorire in
ogni parte della città di croci celtiche, svastiche e fasci littori
come firma di frasi spesso minacciose dovrebbe far insorgere dei dubbi.
Se poi, in un drammatico crescendo, dall’esibizione nell’ultima
campagna elettorale di sfilate su camionette di camicie nere si è
passati alle aggressioni, alle intimidazioni, alle imprese
squadristiche, fino all’ultimo episodio di Casal Bertone non si può che
condividere la denuncia di un clima che si vive nella nostra città – si
legge ancora – Come cittadine, prima ancora che madri e nonne di
ragazze e ragazzi che solo per comodità vengono etichettati come
estremisti, negando alle loro scelte e ai loro progetti lo spessore che
hanno, esprimiamo la nostra grandissima preoccupazione per la
situazione che stiamo vivendo e il senso di isolamento che ci pare
circondi quanti si ostinano a non ripudiare la Resistenza e accettare
un revisionismo storico indirizzato alla cancellazione delle sue
memorie che, evidentemente, risultano ormai ingombranti».«C’è una
consapevolezza in noi: non vogliamo più piangere altri ragazzi e non
vogliamo rimanere inerti – aggiungono le donne – Vogliamo sapere chi
alimenta la cultura dell’odio e dell’intolleranza, chi va in giro con
il coltello sotto la giacca. Non possiamo accettare teoremi di risse
tra opposti estremisti. Vogliamo che sia ben chiaro da che parte sta la
violenza. Noi crediamo che il sindaco di Roma possa svolgere un ruolo
attivo e decisivo perché Roma torni ad essere città aperta e libera da
tensioni così cupe, dove la convivenza democratica si coniughi con i
valori dell’antifascismo; accanto a lui avrà chi come noi e i nostri
ragazzi per questo si battono. Desideriamo chiederle un incontro su
questi temi e auspichiamo che possa realizzarsi in tempi brevi».

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