l’unità del 13/07/07

Omicidio di Renato Biagetti, condanna a 15 anni.

Il pm aveva chiesto 24 anni ma il rito abbreviato e le attenuanti sono fattori che hanno concorso alla riduzione della pena.

Di Mariagrazia Gerina

È stato condannato a 15 anni per omicidio volontario e lesioni Vittorio Emiliani, il giovane che un anno fa, il 27 agosto 2006, a focene, uccise a coltellate Renato Biagetti, 26 anni, appena venuto via quella notte da una festa reggae.

La sentenza di condanna pronunciata ieri sera al termine del processo con rito abbreviato ricalca sostanzialmente le richieste del pm, Margherita Pinto, che era partita dal chiedere 24 anni per omicidio più aumento della pena per la continuazione di altri reati, riducendo a 15 anni e tre mesi la richiesta per via del rito abbreviato e delle attenuanti generiche, concesse ad Emiliani perché, oltre ad essere incensurato, “ha permesso di ritrovare il coltello con cui fu ferito a morte Renato Biagetti”, come spiega il legale della famiglia Biagetti. Quando il Gup, Giovanni Giorgianni ha letto la sentenza, nell’aula del tribunale di Civitavecchia erano presenti la madre di Renato, suo fratello Dario e gli amici del centro sociale Acrobax che hanno seguito anche l’intera vicenda giudiziaria.  Il Gup, che ha interdettoi Emiliani in maniera perpetua dai pubblici uffici, ha per ora disposto il “risarcimento provvisionale” di 50mila euro alla mamma di Renato Biagetti, 35 mila al fratello e 35mila al padre “per il risarcimento da noi richiesto di 1 milione di euro si parlerà in sede civile”, spiegano i legali di parte civile del Biagetti.
“Aspetteremo le motivazioni della sentenza che saranno disponibili tra 90 giorni e poi ricorreremo in appello”, annuncia invece il legale della famiglia Emiliani, Pier Francesco Bruno. “Fondamentale- spiega- sarà leggere esattamente il profilo di condanna assegnato nella sentenza a Vittorio Emiliani: condotta tipica o concorso? Su questo incentreremo l’appello.” Prima della sentenza, gli avvocato della difesa avevano chiesto l’assoluzione dall’accusa di omicidio volontario sostenendo che “le coltellate mortali sferrate contro Renato Biagetti provenivano da un altro coltello, quello impugnato dal minore coinvolto nell’omicidio”. Ma il Gup ha deciso di accogliere le richieste dell’accusa. Non è stata accolta invece dal Gup la richiesta dell’ANPI di costituirsi parte civile. “il delitto Biagetti è un omicidio che ha tutti i connotati di stampo fascista e l’Anpi ha voluto essere vicino alla famiglia di Renato e alle parti lese”, spiega l’avvocato dell’associazione partigiana Fabrizio De Sanctis: “L’ANPI ha lanciato un forte allarme perché nell’ultimo anno sono state compiute pèiù di cento aggressioni fasciste a Roma e continuerà a organizzare iniziative in sostegno dei familiari di Renato . In questo processo non si riconosce la matrice fascista. Ma noi diciamo che bisogna alzare l’attenzione ed è bene che i partiti, le istituzioni, le associazioni e la magistratura non riducano questi fatti a semplici azioni giovanili.” Lo stesso sindaco ieri ha ricordato tra gli episodi più gravi di violenza l’omicidio di Renato Biagetti, “che sconvolge ancora, con i suoi familiari e amici, tutta la città.”
Sabato i giovani del centro sociale Acrobax dedicheranno a Renato (e a Davide Cesare Dax, Carlo Giuliani, Federico Aldrovandi) un murales davanti alla metro S.Paolo simile ad altri che verranno contemporaneamente realizzati in altre città.
 

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