Il messaggero del 20/11/07

Acrobax:”Renato ucciso in un raid premeditato”.

Gli amici: «Ci fu una condanna, ma i giudici parlarono di rissa tra balordi. Questa è una falsità»

Gli amici di Renato Biagetti, il ragazzo ucciso
l’agosto del 2006 a
Focene, all’uscita da una dance-hall sulla spiaggia, chiedono «piena verità
sulle motivazioni» di quella che definiscono «un’aggressione premeditata a stampo
fascista» e che la sentenza in primo grado emessa dal tribunale di
Civitavecchia lo scorso luglio ha invece descritto come «una rissa tra
balordi».
A ricordare Renato Biagetti, commentando le motivazioni allegate alla sentenza
che ha condannato uno dei due assassini, Vittorio Emiliani, a 15 anni e 8 mesi
di reclusione, in Campidoglio si sono riuniti un gruppo di amici di Renato,
molti di loro aderenti al centro sociale Acrobax, la ragazza, Laura, la madre
Stefania e il fratello della vittima, Dario, oltre ai legali della famiglia
Biagetti.


«La sentenza – ha detto Nina, amica di Renato – inchioda le responsabilità di
Emiliani ma continua a parlare di una rissa tra balordi e non di aggressione
premediatata di stampo fascista, descrivendo l’efferatezza dell’omicidio ma
negando la matrice politica dell’aggressione. Una sentenza – ha aggiunto – che
esclude il ruolo di un secondo coltello e quindi del coinvolgimento di un altro
ragazzo all’omicidio e che non prende in considerazione le dichiarazioni
rilasciate da Renato prima di morire all’ospedale Grassi, che non furono mai
trascritte».


«La sentenza – ha aggiunto Gianluca Peciola, assessore alla Casa del Municipio
XI – non sottolinea la gravità della questione sotto il profilo ideologico e
l’intenzionalità politica che ha animato l’aggressione verso simboli e persone
appartenenti ad un’area culturale». «Per questo – ha concluso – chiediamo piena
verità sulle motivazioni dell’aggressione che ha portato alla morte di Renato
Biagetti».
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