il manifesto del 13/07/07

Dura condanna per l’omicidio Biagetti: 15 anni all’assassino.

Di Cristina Petrucci
Ieri sera la sentenza di primo grado per l’uccisione del giovane un
anno fa a Focene, alle porte di Roma. Renato vicino al centro sociale
Acrobax, fu accoltellato a morte all’uscita di una festa reggae sulla
spiaggia. Condanna pesantissima per l’aggressore.


Quindici anni per omicidio volontario. Questa la pena  inflitta dal giudice per le udienze preliminari Giovanni Giorgianni a Vittorio Emiliani, 19 anni, uno dei due imputati per l'omicidio del 26 enne Renato Biagetti  ucciso a coltellate il 27 agosto scorso a Focene, sul litorale romano, mentre  usciva da una dancehall reggae. Il giudice ha accolto in  pieno  la richiesta della pm Pinto che aveva chiesto il massimo della pena, 24  anni, con sconto di un terzo per rito abbreviato. Al tribunale di Civitavecchia  l'ultima udienza è iniziata con la richiesta di costituzione di parte civile da parte dei partigiani dell'Anpi,  rifiutata dal giudice, come la scorsa  settimana quella del comune di Roma, poiché «non sussistono i presupposti della richiesta». Un rifiuto che nega il connotato politico dell'omicidio, anche se uno  dei due imputati  ha addirittura una celtica tatuata sul braccio. Respinta  anche la richiesta da parte dell'avvocato della difesa Pier Francesco Bruno di  rito abbreviato condizionato. Il giudice non ha voluto che Paolo e Laura, unici testimoni dell'omicidio, rendessero le loro testimonianze in aula. I  due ragazzi hanno infatti sempre accusato dell’omicidio il minorenne originario  di Nola, G.A., contraddicendo quanto affermato dal carabiniere che la sera del  delitto raccolse, senza verbalizzarle, le ultime parole di Renato e secondo  il quale a uccidere sarebbe stato Emiliani.
La sentenza è arrivata alle 19.30 dopo quasi dieci ore di discussione  in aula con fuori i compagni, le compagne, le amiche e gli amici di Renato,  sempre presenti, insieme ad alcuni esponenti dei centri sociali e dei movimenti della capitale, a tutte le udienze.  Lunghe le arringhe in cui per  l'ennesima volta la pm Pinto ha ricostruito la sequenza dell'omicidio, come se  Emiliani  avesse potuto rocambolescamente e da solo colpire a morte Renato, lottare  con Laura e contemporaneamente ferire Paolo. Sembra quasi inesistente la presenza  dell'altro imputato, il minore, che si trovava al fianco di Emiliani nella golf  scura che quella sera di fine estate affiancò Renato e i suoi amici al grido di  «Siete di Roma? Tornatevene a casa vostra».
Questa ricostruzione mette in dubbio ancora una volta le  dichiarazioni rese dai testimoni e la connotazione politica del gesto. Attesa la decisione  del pm delTribunale dei minori, Filocamo, che non ha ancora depositato la  richiesta di rinvio a giudizio per il minorenne che è rimane in affidamento alla  famiglia.
«Non è dalle aule di Tribunale che uscirà mai la verità  sull'omicidio», hanno
commentato gli amici e i compagni di Renato, che continuano a  denunciare le omissioni e i depistaggi in cui è stato avvolto sin dall'inizio il  processo, nonché il clima fascista e intollerante in cui è maturato l'omicidio. E' sicuramente pesante l'atmosfera che si respira nella capitale visti  anche le ultime aggressioni avvenute[/TXT][TXT] due settimane fa a Villa Ada e  mercoledì notte alla casa occupata di Casal Bertone. Sembra esserne finalmente  consapevole anche il sindaco di Roma Walter Veltroni: «Dopo il grave fatto di  Villa Ada, con l'accoltellamento del giovane Marco Di Pillo, nel giro di pochi  giorni è la seconda, gravissima aggressione violenta di forze neofasciste.  Esprimo la mia preoccupazione più grande. Dopo l'omicidio di Renato Biagetti, che  sconvolge ancora, con i suoi familiari e amici, tutta la città, il rischio è  che questi siano i segni ulteriori di un clima che, se non subito contrastato  può portare nuove tragedie».

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