il manifesto, 21/06/07

Caso Biagetti: "Troppe  omissioni, processo falsato" 

di Cristina Petrucci

E’ stata convocata dallo stesso collegio difensivo
composto dagli

avvocati di parte civile Arturo Salerni, Maria Luisa
D’Addabbo e Luca

Santini la conferenza stampa che si è tenuta ieri al
Campidoglio sul

processo per l’omicidio di Renato Biagetti avvenuto
all’alba dello

scorso 27 agosto.

Quella mattina Renato con Laura e
Paolo usciva da una dance hall

reggae sul lungomare di Focene quando
veniva aggredito ed ucciso

a coltellate da due ragazzi del luogo al grido di “siete
di Roma?

Tornatevene a casa vostra”. Inquisiti per omicidio
sono Vittorio

Emiliani, 19 anni, una celtica tatuata sul braccio,
figlio di un

carabiniere di istanza ad Ostia e G.A., 17 anni di
Nola, ancora oggi ai

domiciliari. La denuncia dell’avvocato Salerni è chiara: ”Questo
processo è

viziato da un grave peccato di origine poiché sin
dall’inizio ci sono

state delle gravi omissioni. Mi riferisco alla
mancata verbalizzazione da

parte dei Carabinieri di Ponte Galeria delle ultime
parole di Renato,

fondamentali per ricostruire la verità dei fatti”. Per questo atteggiamento

il collegio ha sporto
denuncia e il deputato Massimiliano Smeriglio

(Rif. Com, SE) il 14 giugno
scorso ha fatto un’interrogazione parlamentare

al Ministro della
Giustizia, Clemente Mastella, le cui risposte sono state

al solito
evasive e inconcludenti.

Ma le difficoltà nell’accertamento della verità non
finiscono qui:

“Mi riferisco – continua Salerni – alla leggerezza
delle indagini

preliminari rispetto alla ricerca delle armi del
delitto. Dalla

ricostruzione dei fatti e dalle testimonianze
concordi dei testimoni emerge

chiaramente la presenza di due coltelli, eppure solo
uno, quello del

maggiorenne, è stato fatto ritrovare dallo stesso,
mentre manca ancora

all’appello quello usato dal minorenne per uccidere
Renato”. Saranno

infine denunciati per favoreggiamento gli amici e i
parenti degli imputati

per averli aiutati, nelle ore successive al delitto,
fino all’acquisto di

due biglietti per Santo Domingo, isola notoriamente
senza estradizione per

l’Italia.

A concludere è sempre Salerni, ricordando l’importanza
di seguire le

udienze che saranno il prossimo 28 giugno e 12 luglio
a Civitavecchia,

unico modo per far uscire dal cono d’ombra questo
processo affermando in

modo pubblico che quella di Focene non è stata una
rissa ma

un’aggressione.

Il punto è sempre lo stesso. Da Genova in poi quando
processualmente sono

coinvolte le forze dell’ordine, i verbali spariscono,
le prove vengono

manomesse o si volatizzano, le vittime passano dalla
parte dei colpevoli.

“Ho l’impressione che io come madre – dice Stefania –
debba trovare

tutti i cavilli per cercare la verità come se non
fossi la parte lesa.

Molte cose non sono state fatte dalle istituzioni nei
tempi giusti”.

A ricordare le analogie di questo processo con quelli
di Federico

Aldrovandi e Carlo Giuliani è Dario, fratello di
Renato, il quale dà un

appuntamento congiunto il 5 luglio prossimo sotto il
Ministero degli

Interni per chiedere conto di queste morti. Dario
termina l’intervento

leggendo la lettera che Veltroni ha scritto ai
familiari in cui annuncia la

costituzione anche del Comune di Roma come parte
civile. Dopo quasi un

anno, finalmente il sindaco si è reso conto che a
Roma c’e’ un

evidente clima razzista, intollerante e fascista,
come ha anche ricordato

Rendina, presidente dell’ANPI, anch’essa parte civile
in questo

difficile processo. A ringraziarli è la deputata
Heidi Giuliani: “Cari

partigiani abbiamo ancora bisogno di voi e dell’unità
che ci

trasmettete”.

A chiudere la conferenza stampa è l’associazione “I
sogni di

Renato”, che rimanda al suo blog
veritaperrenato.noblogs.org e alla

prossima udienza il 28 giugno
presso il Tribunale di Civitavecchia.

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