Agenzia Omni Roma del 19/11/07

OMICIDIO BIAGETTI, ACROBAX:NON
ERA RISSA MA AGGRESSIONE PREMEDITATA 

Gli
amici di Renato Biagetti, il ragazzo ucciso l’agosto del 2006 a Focene, all’uscita da
una dance-hall sulla spiaggia, chiedono «piena verità sulle motivazioni» di
quella che  definiscono «un’aggressione
premeditata a stampo fascista» e che la 
sentenza in primo grado emessa dal tribunale di Civitavecchia lo   scorso luglio ha invece descritto come «una
rissa tra balordi». A  ricordare Renato
Biagetti, commentando le motivazioni allegate alla  sentenza che ha condannato uno dei due
assassini, Vittorio Emiliani, a 15 anni e 8 mesi di reclusione, in Campidoglio
si sono riuniti un  gruppo di amici di
Renato, molti di loro aderenti al centro sociale  Acrobax, la ragazza, Laura, la madre Stefania
e il fratello della  vittima, Dario,
oltre ai legali della famiglia Biagetti.«La sentenza  – ha detto Nina, amica di Renato – inchioda
le responsabilità di   Emiliani ma
continua a parlare di una rissa tra balordi e non di  aggressione premediatata di stampo fascista,
descrivendo  l’efferatezza dell’omicidio
ma negando la matrice politica dell’aggressione. Una sentenza – ha aggiunto –
che esclude il ruolo di un secondo coltello e quindi del coinvolgimento di un
altro   ragazzo all’omicidio e che non
prende in considerazione le 
dichiarazioni rilasciate da Renato prima di morire all’ospedale Grassi,
che non furono mai trascritte». «La sentenza – ha aggiunto   Gianluca Peciola, assessore alla Casa del
Municipio XI – non  sottolinea la gravità
della questione sotto il profilo ideologico e 
l’intenzionalità politica che ha animato l’aggressione verso
simboli   e persone appartenenti ad
un’area culturale». «Per questo – ha  
concluso – chiediamo piena verità sulle motivazioni dell’aggressione   che ha portato alla morte di Renato
Biagetti».

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