Liberazione del 2/9/2007

Stessa spiaggia stesso amore ma con rabbia. A Focene per Renato
Centinaia di persone ritornano sul luogo dove fu ucciso il 26enne romano e lo trasformano in uno spazio per il dolore e la riflessione
Nella piccola folla anche le madri di Carlo e Federico: «tutte queste morti sono prodotte dalla stessa cultura»

di Checchino Antonini 

Con rabbia e con amore. Fiori, bigliettini, poesie, parlano di rabbia e amore portati da mani senza nome o da centri sociali della capitale e cuciti sui segnali stradali come per chi muore in motorino. Ma Renato Biagetti, sono per lui tutti questi fiori, non correva in motorino. E’
stato ucciso all’alba di una domenica mattina mentre usciva da una festa reggae da qualcuno che girava in macchina con una lama.

Era il 27 agosto dell’anno scorso. Un anno dopo sono venuti a centinaia ad aspettare il tramonto sulla stessa spiaggia per costruire un luogo per la memoria, il dolore e l’indignazione – spiega Valerio dell’Acrobax, cinodromo romano occupato da chi vive in bilico sulle precarietà. Renato, 26 anni, ingegnere del suono, innamorato del suono, era uno di loro. Lo striscione sul vicolo che porta alla spiaggia dice
“Spezza le lame rompi l’indifferenza”, più o meno la stessa frase che al tramonto brucerà in un gioco pirotecnico su questa spiaggia schiacciata tra l’aeroporto e la foce del Tevere.
Sul banchetto in distribuzione il dossier aggiornato sulla vicenda processuale e sulle aggressioni fasciste, razziste, sessiste di questo ultimo anno. Il sound system spara la colonna sonora di almeno tre generazioni. «ARenato piaceva tutta la musica», racconta Stefania, sua madre, parlando della tesi di laurea sul suono a valvole e della passione del figlio che vede rivivere nello sforzo di amici e compagni e nella battaglia di verità e giustizia che condivide con altre madri.
Anche con quelle i cui figli sono state vittime della repressione o della brutalità gratuita delle forze dell’ordine. «Di fondo queste morti sono frutto della stessa cultura che chi usa vecchi arnesi come le teorie degli opposti estremismi vuole coprire», dice a “Liberazione” Haidi Giul

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