lettera di Stefania, mamma di Renato

27 giugno 2007 ore 12

Che cosa si prova ad essere madre di un figlio morto, molte volte me lo hanno chiesto in questi mesi prima di tutto ed in ogni caso sento di essere madre, che cosa e' essere madre? Un amore immenso per la vita per tutti i ragazzi per i loro ideali.
Per tanti anni sono stata solo una madre che lavorava e li vedeva crescere, ad occhi socchiusi per non farsi scorgere notava le loro trasformazioni e ne era orgogliosa li vedeva proprio belli, mi ricordavo la tenerezza nell'allattarli e la felicità nel seguire i loro primi passi.
Poi sono cresciuti e con loro gli ideali che gli sono stati trasmessi, pranzi saltati le prime notti che facevano tardi ed io a luce spenta ad attenderli.
Per me essere madre ha significato accogliere i mie bambini nel grembo e farli nascere e poi riaccoglierli di nuovo nel mio grembo e nel mio cuore quali adulti con le loro idee sulla pace sulla kiesa sul terzo mondo, sulla società in cui viviamo.
In quei giorni la mia vita era riflessa nei loro occhi e cambiò, tanti ragazzi circolavano in casa, un mondo diverso da ascoltare comprendere era il profumo della giovinezza, mi rividi ragazza nelle varie lotte erano gli anni 70 tanti ideali e poi figli da allattare.
Ma un giorno fatale una telefonata mi annunciò quello che non avrei mai voluto ascoltare, RENATO il mio amore bello stava morendo, ucciso in maniera così assurda in una calda giornata di agosto.
Un offuscamento totale ed un dolore lacerante poi tutto fu chiaro cominciai ad entrare ne loro mondo e mi sentii di avere tanti figli con cui lottare ed amare, comunicare con loro mi dava serenità abbracciarli era amore.
Condividere le idee e la piazza diventò l'elemento indispensabile per sopportare la rabbia ed il dolore e l'amarezza, tanta strada dovrò ancora fare ma non mi arrenderò mai RENATO te lo giuro.
Sarai orgoglioso di me figlio mio come io lo sono di voi, con amore

stefania


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