La denuncia: “L’omicidio di Renato rischia di avere troppi punti oscuri”
“Quello sulla morte di Renato Biagetti deve essere un processo pubblico perché l’imputato ha già richiesto il rito abbreviato e c’è il rischio che sui punti oscuri che hanno caratterizzato le fasi precedenti e successive al delitto non venga fatta chiarezza”.
Questo, in sintesi, è quello che hanno affermato l’avvocato della famiglia Biagetti, Arturo Salerni e il deputato del Prc, Massimiliano Smeriglio durante la conferenza in Campidoglio in merito al processo per la morte del giovane frequentatore del centro sociale Acrobax, ucciso a Focene il 27 agosto 2006. I punti oscuri, secondo i legali, sono la mancata verbalizzazione delle dichiarazioni rese da Biagetti alle forze dell’ordine prima di morire, nonché il favoreggiamento del quale i due indagati avrebbero usufruito da parte di amici e familiari, episodi come quello di due biglietti già acquistati per Santo Domingo, sui quali gli avvocati, oltre a Salerni anche Maria Luisa D’Addabbo e Luca Santini, intendono sporgere denuncia. “Non solo- aggiunge Salerni- siamo convinti che esista un secondo coltello mai trovato, col quale sarebbe stato colpito l’amico di Biagetti, Paolo Berardi, su cui dovrebbero essere rimaste tracce del suo DNA.” E poi, i legali chiederanno alla procura della Repubblica di Civitavecchia, dove si svolge il processo, di indagare sugli sms partiti dai telefonini dei due giovani accusati prima e dopo l’omicidio di Focene. Le prossime udienze a Civitavecchia sono fissate per il 28 giugno e il 12 luglio. Intanto l’associazione “I sogni di Renato” ha indetto due manifestazioni per il 5 luglio sotto il viminale “per denunciare il conflitto di interessi per cui a svolgere le indagini sull’omicidio siano stati i carabinieri della caserma dove lavorava il padre del maggiore dei due indagati.”